Telegrammi del 2022

Generali, Unipol e Net Insurance nei resoconti infrannuali

Covid, tensioni energetiche, guerra, inflazione. Non sono bastate tutte queste forze negative a impattare con decisione sui bilanci delle compagnie italiane quotate
a Piazza Affari che nei primi nove mesi dell’anno sono riuscite a chiudere le trimestrali con valori di tutto rispetto. A cominciare proprio dalla regina del comparto assicurativo quotato, Generali, che tra gennaio e settembre è riuscita a portare a casa quasi 60 miliardi di euro di raccolta premi con un incremento del 9% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Mentre il livello di redditività si è mantenuto pressoché invariato (-0,76%) a 2,233 miliardi di euro. «I risultati dei primi nove mesi riflettono la solidità del nostro Gruppo basata sulla nostra strategia focalizzata sulle linee di business più profittevoli e su fonti di utili diversificate», ha spiegato il Cfo del Gruppo, Cristiano Borean.

«Questo ci permette di continuare a generare valore nonostante il contesto macroeconomico. Generali sta conseguendo con successo una crescita sostenibile e sta aumentando costantemente il proprio risultato operativo, in coerenza con l’efficace implementazione del nostro piano strategico ‘Lifetime Partner24: Driving Growth’». Risultati in forte crescita anche per il Gruppo Unipol che ha brindato ai primi nove mesi del 2022.

«Il gruppo Unipol ha chiuso i primi nove mesi dell’anno con un utile consolidato di 854 milioni di euro, in crescita del 5% rispetto agli 813 milioni dello stesso periodo del 2021. L’utile normalizzato, depurato dal contributo del consolidamento del gruppo Bper e dall’effetto del ‘badwill’ legato all’acquisizione di Carige, è salito da 531 a 579 milioni», hanno spiegato gli analisti secondo cui la raccolta è cresciuta del 4% a 9,8 miliardi, con un contributo di 5,9 miliardi del comparto danni (+5,6%) e di 4 miliardi del comparto vita (+1,7%)».

In questo contesto, l’indicatore di patrimoniale solvency ratio è sceso dal 214% al 197% del minimo regolamentare. Risultati a luce e ombre per la controllata UnipolSai, in cui si concentrano le attività assicurative del gruppo. In questo caso, i nove mesi si sono chiusi con un utile di 616 milioni di euro, in calo del 12,5% rispetto allo stesso periodo del 2021, ma in crescita rispetto al risultato normalizzato di 577 milioni realizzato un anno prima. «Il combined ratio, indicatore della redditività della gestione tecnica assicurativa, si è attestato al 93,2%, in lieve peggioramento rispetto al 92,8% di un anno fa, mentre l’indice di solvibilità individuale è sceso dal 326% al 295% del minimo regolamentare».


E cosa dire di Net Insurance? La compagnia, presieduta da Luisa Todini, ha contabilizzato nei primi nove mesi dell’anno premi lordi per 136,9 milioni di euro, in aumento del 20,2% rispetto al dato dell’esercizio precedente. In termini di redditività, l’utile di periodo prima delle imposte si è attestato a 14,2 milioni di euro contro i circa 9,5 milioni di euro del 30 settembre 2021, mentre l’utile netto normalizzato è stato di 11,1 milioni di euro dai 9,6 milioni di euro al terzo trimestre del 2021, a fronte dei 13,6 milioni previsti dal Piano per l’intero esercizio 2022.

L’utile netto di periodo del Gruppo si è dunque attestato a 10,5 milioni di euro con unincidenza fiscale del 26,3% dell’utile di periodo ante imposte. Al terzo trimestre dell’anno precedente l’aliquota fiscale era risultata di poco superiore al 9 per cento.