Quegli straordinari costruttori di futuro

I grandi imprenditori italiani e internazionali che hanno ispirato i protagonisti di oggi selezionati da Capital

“Il successo non è mai definitivo, il fallimento non è mai fatale; è il coraggio di continuare che conta”. Sono parole di Winston Churchill (1874-1965), il primo ministro del Regno Unito che ebbe il coraggio di opporsi a Hitler infondendo a sua volta coraggio a tutta la nazione che, pur mortificata dai terribili bombardamenti, fieramente esibiva nei negozi migliaia di cartelli «business as usual», aperti come sempre. Perché, appunto, è il coraggio di proseguire che conta, senza pensare al fallimento precedente o al successo futuro.

Churchill fu statista, militare, storico, scrittore (vinse il Nobel per la Letteratura nel 1953), giornalista ma non imprenditore. Eppure grazie proprio a quel pensiero iniziale merita un posto d’onore nell’ideale pantheon degli imprenditori coraggiosi, una galleria degli eroi del fare ma anche, prima di tutto, del pensare. E che cosa hanno tutti in comune, pur nelle differenze di esperienze, cultura, tradizioni, personalità? Il coraggio di risollevarsi dopo una sconfitta, di correggersi dopo un errore, di trovare la strada dopo averla smarrita. «Il successo sembra essere legato all’azione. Le persone di successo continuano a muoversi. Commettono errori, ma non mollano», teorizzò Conrad Hilton (1887-1979), fondatore della celebre catena di hotel.

Un esempio troppo lontano nella storia? No, era la stessa idea di Steve Jobs (1955-2011), il visionario di Apple: «Sono convinto che circa la metà di quello che separa gli imprenditori di successo da quelli che non hanno successo sia la pura perseveranza». Sull’argomento il sociologo Francesco Alberoni scrisse un saggio nel 1998 dal titolo illuminante Abbiate coraggio (Rizzoli), nel quale si leggeva: «Chi perde deve utilizzare la sconfitta per capire come reagire, per mutare schema d’azione, per creare, per trovare altre strade, per inventare strategie nuove. La concorrenza è tutta fondata su questo principio. Il grande imprenditore, il grande generale, i grandi leader fanno anche loro degli sbagli, subiscono anche loro delle sconfitte, ma sanno approfittarne per imparare, e reagiscono con l’innovazione».

Sì, nessuna persona coraggiosa è invincibile, i percorsi del successo sono oltremodo tortuosi come hanno dimostrato i grandi imprenditori di ieri e ieri l’altro, punti di riferimento strategici per chi fa impresa oggi. Anche con un pizzico di necessaria ironia del pensiero come affermava Coco Chanel (1883-1971): «Non mi pento di nulla nella mia vita, eccetto di quello che non ho fatto». Che stile, e che coraggio!

di Antonio Orlando